italian
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perché ho troppa voglia di piangere anziché di parlare, a tal punto nostro discorso mi ha afflitto
ch’or mi diletta troppo di pianger più che di parlare, sì m’ha nostra ragion la mente stretta
e subito sembrò che al giorno ne fosse stato aggiunto un altro, come se Dio avesse adornato il cielo di un secondo sole
e di sùbito parve giorno a giorno essere aggiunto, come quei che puote avesse il ciel d’un altro sole addorno
ma la bontà divina ha delle braccia così ampie che accoglie tutti coloro che si rivolgono a lei
ma la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei
infatti la natura del monte ci spense la capacità e la gioia di salire oltre
ché la natura del monte ci affranse la possa del salir più e ‘l diletto
Non appena mi fui liberato da tutte quelle anime che pregavano perché altri pregassero per permetter loro di purificarsi più in fretta,io cominciai:
Come libero fui da tutte quante quell’ombre che pregar pur ch’altri prieghi, sì che s’avacci lor divenir sante, io cominciai:
Non appena fui dentro, mi sarei buttato in un vetro incandescente per rinfrescarmi, tanto il calore lì era senza paragone
Sì com’fui dentro, in un bogliente vetro gittato mi sarei per rinfrescarmi, tant’era ivi lo ‘ncendio sanza metro
la quarta volta fece levare in alto la poppa e fece inabissare la prua, come piacque ad altri, finché il mare si fu richiuso sopra di noi
a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com’altrui piacque, infin che ’l mar fu sovra noi richiuso
Guarda come ora le spalle sono diventate per lui il petto: volle vedere troppo avanti, quindi ora guarda indietro e cammina a ritroso
Mira c’ha fatto petto de le spalle: perché volle veder troppo davante, di retro guarda e fa retroso calle
Io mi feci attento al primo suono e mi sembrava di udire l'inno 'Te Deum laudamus', con una voce mista a un dolce suono
Io mi rivolsi attento al primo tuono, e ‘Te Deum laudamus’ mi parea udire in voce mista al dolce suono
Chi mi protegge?
Chi m' assicura?
Lettore, per descrivere il loro aspetto non spendo un più ampio numero di versi
A descriver lor forme più non spargo rime, lettor
infatti un fil di ferro trapassa a tutti loro le ciglia e le cuce, proprio come si fa a uno sparviero selvaggio quando non è tranquillo
ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra e cusce sì, come a sparvier selvaggio si fa però che queto non dimora
Il sommo Bene, che piace solo a se stesso, creò l'uomo buono e disposto al bene, e diede a lui questo luogo come caparra della pace eterna
Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace, fé l’uom buono e a bene, e questo loco diede per arr’a lui d’etterna pace
Io vidi una di loro farsi avanti per abbracciarmi, con così grande affetto che mi spinse a fare altrettanto
Io vidi una di lor trarresi avante per abbracciarmi con sì grande affetto, che mosse me a far lo somigliante
Ecco che arrivano di qua molte anime, che però camminano a passi lenti: questi ci indirizzeranno alle altre Cornici
Ecco di qua, ma fanno i passi radi molte genti: questi ne ‘nvieranno a li alti gradi
Poi si voltò e sembrò uno di quelli che corrono il palio a Verona per il drappo verde, nella campagna
Poi si rivolse, e parve di coloro che corrono a Verona il drappo verde per la campagna
E Pier Traversaro e Guido di Carpegna
Pier Traversaro e Guido di Carpigna
Di fronte a quella luce si diventa tali che è impossibile voler distogliere il proprio sguardo da essa per guardare qualcos'altro
A quella luce cotal si diventa, che volgersi da lei per altro aspetto è impossibil che mai si consenta
Lucano farebbe meglio a tacere, là dove scrive del misero Sabello e di Nasidio, e stia attento a quel che si sta per narrare qui
Taccia Lucano ormai là dove tocca del misero Sabello e di Nasidio, e attenda a udir quel ch’or si scocca
Digli subito: 'Non sono colui che tu credi'
Dilli tosto: ‘Non son colui, non son colui che credi’
ma vedendo la mia immagine riflessa, li volsi all'erba perché una grande vergogna mi fece chinare la fronte
ma veggendomi in esso, i trassi a l’erba, tanta vergogna mi gravò la fronte
Con le sue preghiere devote e i suoi sospiri mi ha fatto uscire dalla pendice dove si attende e mi ha liberato dalle altre Cornici
Con suoi prieghi devoti e con sospiri tratto m’ha de la costa ove s’aspetta, e liberato m’ha de li altri giri
Nelle tue stanze vecchi e fanciulle consumano le loro tresche, e in mezzo a loro sta belzebù coi mantici, il fuoco e gli specchi.
Per le camere tue fanciulle e vecchi vanno trescando, e belzebub in mezzo co' mantici e col foco e co li specchi.
tuttavia chi è in malafede suscita più vergogna ed è più colpevole
ma ne l’uno è più colpa e più vergogna
Ora qui termina la mia prima risposta
Or qui a la question prima s’appunta la mia risposta
non hanno alcuna speranza che li conforti, né di riposo né di una diminuzione della pena
nulla speranza li conforta mai, non che di posa, ma di minor pena
Dov'è lei
Ov’è ella
Quello è Provenzan Salvani
Quelli è Provenzan Salvani
Mi nutro di dolore, mi compiaccio di soffrire.
Pascomi di dolor, piangendo rido.
Il tuo primo rifugio e la tua prima dimora sarà la cortesia del gran Lombardo
Lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello sarà la cortesia del gran Lombardo che ‘n su la scala porta il santo uccello
Il bene che allieta questa corte è principio e fine di tutto l'affetto che l'Amore mi insegna, in modo più o meno intenso
Lo ben che fa contenta questa corte, Alfa e O è di quanta scrittura mi legge Amore o lievemente o forte
infatti, chi vede il bisogno e aspetta di essere pregato, si prepara malignamente a negare il suo aiuto
ché quale aspetta prego e l’uopo vede, malignamente già si mette al nego
Nel mondo io fui una suora
I’ fui nel mondo vergine sorella
Voi mi avete riempito di speranza e di desiderio quand'io mi allontanai da voi, voi che per me eravate il massimo del piacere che potessi provare.
Di speranza m' empieste e di desire quand' io parti' dal sommo piacer vivo.
e lui mi disse:
ed el mi disse:
Atene e Sparta, che scrissero le antiche leggi e furono così civili, diedero un piccolo contributo alla giustizia in confronto a te, che emani provvedimenti tanto sottili che quelli emessi a ottobre non arrivano a metà novembre
Atene e Lacedemona, che fenno l’antiche leggi e furon sì civili, fecero al viver bene un picciol cenno verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch’a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili
E voglio che tu sappia che, prima di loro, nessuno spirito si era potuto salvare
E vo’ che sappi che, dinanzi ad essi, spiriti umani non eran salvati
Quale gloria sarà per te quando diranno:
Quanta gloria ti fia dir:
Aggiunse altro, ma non lo ricordo
E altro disse, ma non l’ho a mente
E colui che era il mio soccorso in ogni circostanza disse:
E quei che m’era ad ogne uopo soccorso disse:
Io sono così in pena e così pieno di dolore, che mi fa sospirare e mi tormenta, da fiacchiare ogni mia forza di volontà e non capire più come potrò continuare a resistere in futuro.
Si sono angostïoso e pien di doglia e di molti sospiri e di rancura, che non posso saver quel che mi voglia e qual poss'esser mai la mia ventura.
così ero io che volevo domandare e non osavo farlo, assumendo l'atteggiamento di chi si dispone a parlare
tal era io con voglia accesa e spenta di dimandar, venendo infino a l’atto che fa colui ch’a dicer s’argomenta
Il mio dolce padre, per confortarmi, andava parlando sempre di Beatrice, dicendo:
Lo dolce padre mio, per confortarmi, pur di Beatrice ragionando andava, dicendo:
E come l'avarizia spense il nostro amore verso ogni bene spirituale, così che perdemmo la possibilità di ben operare, così la giustizia ci tiene stretti qui, legati nelle mani e nei piedi
Come avarizia spense a ciascun bene lo nostro amore, onde operar perdési, così giustizia qui stretti ne tene, ne’ piedi e ne le man legati e presi
O suprema sapienza, quanta perfezione dimostri in cielo, in terra e nell'Inferno, e con quanta giustizia la tua virtù distribuisce premi e castighi
O somma sapienza, quanta è l’arte che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, e quanto giusto tua virtù comparte
Ci sono ancora tre vecchi in cui l'età antica rimprovera la nuova, e si augurano che Dio li faccia passare presto a miglior vita:Corrado da Palazzo, il buon Gherardo e Guido da Castello, che i Francesi indicavano come il semplice Lombardo
Ben v’èn tre vecchi ancora in cui rampogna l’antica età la nova, e par lor tardo che Dio a miglior vita li ripogna: Currado da Palazzo e ‘l buon Gherardo e Guido da Castel, che mei si noma francescamente, il semplice Lombardo
Allora dimmi: sarebbe peggio, per l'uomo che vive in Terra, se non fosse cittadino
Or di’: sarebbe il peggio per l’omo in terra, se non fosse cive
ma di fronte ai volatili adulti il cacciatore dispiega le reti o scaglia le frecce invano
ma dinanzi da li occhi d’i pennuti rete si spiega indarno o si saetta
Anche tu fai parte degli altri schiocchi
Ancor se’ tu de li altri sciocchi
io, che ero giunto alla dimensione divina dal mondo terreno, alla dimensione dell'eterno dal tempo e da Firenze a quel popolo giusto e retto, di quale stupore dovevo essere pieno
io, che al divino da l’umano, a l’etterno dal tempo era venuto, e di Fiorenza in popol giusto e sano, di che stupor dovea esser compiuto
Ti ho condotto qui con quegli accorgimenti che ho trovato con la ragione
Tratto t’ho qui con ingegno e con arte
E quali facilità, quali vantaggi ti si mostrarono nell'aspetto degli altri beni, per cui dovessi vagheggiarli
E quali agevolezze o quali avanzi ne la fronte de li altri si mostraro, per che dovessi lor passeggiare anzi
Vedendo, ogni giorno che trascorre, avvicinarsi sempre di più il momento della morte, mille volte ho pregato dio perché mi desse la grazia con la quale la mia anima potesse sollevarsi dal carcere della vita mortale raggiungendo il cielo.
Ché vedendo ogni giorno il fin piú presso, mille fiate ò chieste a dio quell'ale co le quai del mortale carcer nostr'intelletto al ciel si leva.
Io non compresi, e del resto qui sulla Terra non si canta, l'inno che quella gente cantò in quel momento, né potei ascoltare tutte le note
Io non lo ‘ntesi, né qui non si canta l’inno che quella gente allor cantaro, né la nota soffersi tutta quanta
Ma ho paura, soprattutto se penso alle persone che non sono riuscite a salvarsi e perciò tremo di terrore per la mia situazione.
Ma temenza m'accora per gli altrui essempli, e del mio stato tremo.
Egli mi disse: "Il tuo cuore non abbia timore: io ti assolvo fin d'ora, purché tu mi mostri come devo fare per abbattere la rocca di Palestrina"
E’ poi ridisse: "Tuo cuor non sospetti finor t’assolvo, e tu m’insegna fare sì come Penestrino in terra getti"
il vapore secco non sorge più in alto dei tre gradini di cui ho parlato, dove il vicario di san Pietro pone i piedi
secco vapor non surge più avante ch’al sommo d’i tre gradi ch’io parlai, dov’ha ‘l vicario di Pietro le piante
Allora il dannato, che conosceva ogni astuzia per imbrogliare, rispose:
Ond’ei, ch’avea lacciuoli a gran divizia, rispuose:
Poi, forse per lasciare spazio a chi gli stava accanto, sparì nel fuoco come un pesce nell'acqua, quando va al fondo
Poi, forse per dar luogo altrui secondo che presso avea, disparve per lo foco, come per l’acqua il pesce andando al fondo
Da lì si poteva vedere poco di ciò che era all'esterno
Poco parer potea lì del di fori
Quand'ebbe finito di parlare, il ladro alzò entrambe le mani col pollice tra l'indice e il medio, gridando:
Al fine de le sue parole il ladro le mani alzò con amendue le fiche, gridando:
Mi spinse a lodare un tale paladino della Chiesa l'ardente cortesia di san Tommaso, e il suo elegante discorso
Ad inveggiar cotanto paladino mi mosse l’infiammata cortesia di fra Tommaso e ‘l discreto latino
Quella striscia che resta tra il pozzo e la parete rocciosa è dunque tonda ed è suddivisa in dieci valli
Quel cinghio che rimane adunque è tondo tra ’l pozzo e ’l piè de l’alta ripa dura, e ha distinto in dieci valli il fondo
La luce in cui brillava il mio tesoro che io trovai lì, dapprima si fece splendente, come uno specchio d'oro colpito dal sole
La luce in che rideva il mio tesoro ch’io trovai lì, si fé prima corusca, quale a raggio di sole specchio d’oro
La consuetudine cavalleresca e le qualità naturali la privilegiano a tal punto, che se anche il mondo continua a volgere il capo al male, essa sola va dritta e disprezza ogni cammino malvagio
Uso e natura sì la privilegia, che, perché il capo reo il mondo torca, sola va dritta e ‘l mal cammin dispregia
Oh se un aprile più cortese mi asciugasse gli occhi dalle lacrime.
Se del lor esser molli gli altri asciugasse un piú cortese aprile.
Le famiglie degli orsini, dei conti di tusculo, dei savelli, dei conti di vico, dei caetani si oppongono spesso alla grande famiglia colonna e danneggiano se stessi: di costoro si duole quella nobile roma che ti ha chiamato perché tu strappi le male piante, incapaci di fiorire.
Orsi, lupi, leoni, aquile e serpi ad una gran marmorea colonna fanno noia sovente, ed a sé danno: di costor piange quella gentil donna che t'à chiamato, a ciò che di lei sterpi le male piante che fiorir non sanno.
Se pure potrà durare un lauro coltivato con ogni precauzione.
Se tanto viver pò ben colto lauro.
Le chiesi solo grazia di poterla baciare e abbracciare, se ne avesse desiderio.
Merzé le chiesi sol che di basciare ed abbracciar, se le fosse 'n volere.
Io risposi:
Io li rispuosi:
Uno di loro dovrebbe essere già qui, se le anime arrabbiate che girano intorno dicono il vero
Dentro c’è l’una già, se l’arrabbiate ombre che vanno intorno dicon vero
Dopo che la fiamma fu giunta nel punto in cui al mio maestro parve opportuno il tempo e il luogo, lo sentii parlare in questo modo
Poi che la fiamma fu venuta quivi dove parve al mio duca tempo e loco, in questa forma lui parlare audivi:
Tu vuoi che io rinnovi un disperato dolore che mi opprime il cuore già solo a pensarci, prima che ne parli
Tu vuo’ ch’io rinovelli disperato dolor che ’l cor mi preme già pur pensando, pria ch’io ne favelli
Mia moglie Nella, col suo pianto dirotto, mi ha portato a bere il dolce veleno delle pene così rapidamente
Sì tosto m’ha condotto a ber lo dolce assenzo d’i martìri la Nella mia con suo pianger dirotto
Una era d'oro e l'altra d'argento
L’una era d’oro e l’altra era d’argento
lui mi rispose:
E quelli a me:
Chi è costei che compare alla vista, che ognuno l'ammira, che fortemente irradia una forte luce nell'aria intorno a lei e induce ognuno ad innamorarsi di lei, tanto che chiunque le rivolge la parola lo fa con voce tremolante?
Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira, che fa tremar di chiaritate l'âre e mena seco amor, sì che parlare null'omo pote, ma ciascun sospira?
Così ci incamminammo giù per il dirupo di quelle pietre, che spesso si muovevano sotto i miei piedi per il peso cui non erano abituate
Così prendemmo via giù per lo scarco di quelle pietre, che spesso moviensi sotto i miei piedi per lo novo carco
Non ho parlato in modo che tu non possa capire che egli fu re, e che chiese la sapienza per svolgere in modo adeguato il suo ufficio di sovrano
Non ho parlato sì, che tu non posse ben veder ch’el fu re, che chiese senno acciò che re sufficiente fosse